Il
Presidente della Fondazione, avv. Alfredo Viterbo, terrà,
il giorno 17 novembre 2005, presso la Sala del Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di Torino una Relazione sul tema “Logica
e Diritto, la Rivoluzione Informatica e l’Amministrazione
della Giustizia”.
Nella Relazione verranno trattati cinque argomenti.
1) I due caposaldi della società della conoscenza,
ovvero della moderna ricerca scientifica sono: a) il metodo
della scienza sperimentale, b) lo strumento rappresentato
dalle macchine di Turing.
Il primo teorico del metodo sperimentale fu Francesco Bacone
(1561-1626).
Il primo progettista della macchina universale fu Gottfried
W. Leibniz (1646-1716).
La base culturale di entrambi fu la logica e il diritto: entrambi,
infatti, sia Bacone che Leibniz, furono avvocati, giudici,
filosofi e scienziati.
2) Il fatto che i fondatori
della moderna scienza sperimentale siano stati due giuristi,
due filosofi della logica-matematica, non è un caso.
La moderna conoscenza scientifica è basata su filosofia,
logica e matematica, e sul loro correlativo utilizzo, metodologico,
algoritmico e sperimentale.
Ma la mente dell’uomo opera in termini ricorsivi sin
dal tempo della savana ancestrale e la sua cultura è
sempre stata essenzialmente computazionale.
Lo sviluppo della logica (Grecia classica, scolastica medioevale)
è andato a confluire nello sviluppo della matematica
(Galileo, Leibniz, Boole, Frege), donde lo sviluppo della
logica-matematica e, con essa, la formulazione del paradigma
di Turing per la costruzione delle macchine intelligenti.
3) Il diritto è logica procedimentale che parte da
assiomi (norme) per giungere al risultato del dichiarare ciò
che è giusto.
In un futuro non lontano il compito della verificazione della
regolarità normativa delle procedure e dei rapporti
processuali nell’ambito della giurisdizione civile ed
anche di quella penale, potrà essere affidato ad algoritmi
gestiti da computer, mentre il cosiddetto giudizio di merito
resterà affidato al Magistrato.
4) Sono in corso varie iniziative per introdurre nell’amministrazione
della giustizia l’uso delle reti telematiche e dei computer.
Ma la cultura dei giuristi, dei legislatori e, in particolare
quella dei Magistrati, dovrà adeguarsi alla rivoluzione
informatica, anche in termini di architettura cognitiva, altrimenti
l’uso dell’Intelligenza Artificiale nella giurisdizione
potrebbe essere addirittura disfunzionale.
5) Per poter utilizzare in nuovi paradigmi della scienza sperimentale,
della logica-matematica, dell'uso pervasivo di segmentazioni
digitali della realtà anche sociale, e, quindi, per
potersi adeguare alla rivoluzione informatica, i Magistrati
dovranno acquisire conoscenza logico-procedimentale ed applicare
il metodo algoritmico.
Allo stato attuale nell'amministrazione della giustizia tale
conoscenza logico-procedimentale sembra non già diffusa,
ma anzi molto spesso contraddetta in disparate prassi e con
variegate discontinuità sia di procedura che di merito.
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